Rifiuti, gare d’appalto e clan, gli ingredienti per un buon thriller ci sono tutti se non si trattasse della realtà, una drammatica realtà. Si riesce a far alla luce nello scenario a tinte fosche grazie alle dichiarazioni di un imprenditore coraggioso che ha posto l’accento sugli interessi dei clan sull’affare rifiuti. I metodi sono quelli da manuale, pressioni e intimidazioni per accaparrarsi le gare d’appalto relative alla gestione della raccolta rifiuti. Davanti alle cifre a tanti zeri del business degli appalti pubblici i clan drizzano le orecchie e iniziano a collaborare tra loro: i clan pianigiani riescono ad intervenire sugli imprenditori della Locride e viceversa. Questo quanto emerge in una delle informative in mano alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ed allegata ad una delle ultime operazioni condotte contro i clan della Piana. Minacce e colpi bassi verso gli imprenditori che “osavano” partecipare alle gare d’appalto: “è arrivato un fax che diceva che a questo tizio gli manca unrequisito ,dice gli manca un documento..a me il presidente della commissione di gara, mi ha escluso automaticamente e non si è mai aperta la mia offerta” , afferma l’imprenditore facendo cenno anche ad un altro malcapitato.
Importanti rivelazioni che aprono ulteriormente la via agli accertamenti della DDA sul connubio “rifiuti-clan” .
ANNA LAURA TRINGALI