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12:24:00 - 21 GENNAIO 2015

NDRINE A ROMA, IL PENTITO: 'A PLATI' E A SAN LUCA NON SI AMMAZZA NESSUNO'

NDRINE A ROMA, IL PENTITO: 'A PLATI' E A SAN LUCA NON SI AMMAZZA NESSUNO' -

La cosca Pizzata, attiva nella Locride, avrebbe gestito diversi affari a Roma, a partire dal traffico della droga. E' questo quanto è emerso nel corso dell'operazione di Polizia e Guardia di Finanza che hanno eseguito ieri una trentina di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti ad un'organizzazione criminale attiva nella Capitale e collegata proprio ad alcune cosche della 'ndrangheta. Dalle indagini sarebbe emerso, inoltre, come il gruppo capitanato da Giovanni Piazzata e Massimiliano Sestito, avrebbe gestito un largo giro di droga e armi. Nello specifico le armi arrivavano dalla Svizzera dove venivano acquistate a prezzi concorrenziali. Una  volta portate in Italia le strade erano due: o venivano rivendute per fare cassa, oppure venivano utilizzate per azioni di fuoco. Dai racconti del pentito Gianni Cretarola, si viene a sapere che un giorno la cosca mise le mani su di una 357, una pistola di grosso calibro. "Questa 357, spiega il collaboratore di giustizia, è stata mandata giù, in Calabria, perchè ad agosto si sarebbe dovuto fare un'azione". L'obbiettivo, stando a quanto ha raccontato Cretarola ai magistrati, era quello di mantenere una sorta di "monopolio su Roma" specie dopo l'assassinio di Vincenzo Femia. Non si sa contro chi era stata programmata tale azione di fuoco. Tuttavia, una cosa, stando alle parole del pentito, sembrava essere certa: il delitto non sarebbe avvenuto a San Luca ma sulla 106.  "Non si sarebbe fatto a San Luca, spiega Cretarola, perchè a San Luca è come a Platì c'è il vincolo di non ammazzare nessuno". 
ALESSANDRA BEVILACQUA  

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