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12:43:00 - 28 GENNAIO 2015

OPERAZIONE AEMILIA: I DETTAGLI

OPERAZIONE AEMILIA: I DETTAGLI -

Nuovo duro scacco alla 'ndrangheta in Emilia Romagna. La Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha, infatti, disposto stamane 117 arresti, dando vita all’inchiesta “Aemilia” che ha colpito il clan Grande Aracri e i suoi contatti con la politica e l’imprenditoria. Si tratta di un intervento “storico”, come lo ha definito il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Quella portata a termine oggi è la prima che interessa l'Emilia Romagna. Ai 117 arresto si aggiungono altri 46 provvedimenti emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia. Il totale è di 160 provvedimenti scattati e  oltre 200 soggetti indagati. In manette anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia). L’operazione, oltre all’Emilia, ha interessato la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, la Calabria e la Sicilia. Migliaia i carabinieri impiegati, appartenenti ai Comandi Provinciali di Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Le persone  raggiunte dalle misure di custodia cautelare sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro. Tutti reati commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Al centro dell’inchiesta, il clan Grande Aracri, storico “locale” originario di Cutro, da anni radicato nella provincia di Reggio Emilia. Tra le persone coinvolte ci sono anche i fratelli del boss già detenuto dal 2013 Nicolino Grande Aracri, Domenico ed Ernesto. Gli interessi dei Grande Aracri si estendevano in modo capillare, secondo gli inquirenti, non solo in Emilia Romagna, ma anche in Lombardia e Veneto, sotto il diretto controllo e la guida di Nicolino Grande Aracri che dal carcere muoveva le fila della cosca. In manette anche diversi imprenditori calabresi, alcuni già noti alle forze dell’ordine, tra cui Nicolino Sarcone, considerato anche da indagini precedenti il reggente della cosca su Reggio Emilia.  In manette anche un altro imprenditore, Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo campione del mondo. Dall'inchiesta emergono anche le pressioni nei confronti di una cronista per non pubblicare notizie. Si tratta di Sabrina Pignedoli, corrispondente Ansa da Reggio Emilia e cronista del Resto del Carlino.  Dall'inchiesta emerge, inoltre, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio fu sentito “come persona informata sui fatti” nelle indagini della Dda di Bologna. A spiegarlo il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso. Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, fu sentito nel 2012. “Volevamo capire in che tipo di considerazione la società di Reggio Emilia teneva la comunità calabrese” ha detto Alfonso, aggiungendo che oltre a Delrio furono sentiti altri politici reggiani. L'indagine di oggi segna un'importanza senza precedenti.  Una svolta nell'azione di contrasto alle cosche 'ndranghetiste nel centro nord. 

ALESSANDRA BEVILACQUA 

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