E se il percorso della Sanità in Calabria è tutto in salita è proprio il caso di dirlo meglio non
prendere l’ascensore. La vicenda che sta tenendo banco già da qualche giorno inizia ad assumere
contorni più nitidi ed emergono i primi particolari. Fonti attendibili riportano che lo schianto
dell’ascensore del nosocomio locrese sia da ricondurre al sistema di sicurezza.
In particolare, il dispositivo che regola la frenatura e rallenta la corsa, per cause ancora non note,
invece di fermarsi con l’approssimarsi al piano ha aumentato l’accelerazione. Solo per puro caso
l’inceppo si è innestato a partire dal secondo piano, qualora il sistema di frenata avesse ceduto dai
piani più alti probabilmente la vicenda sarebbe andata a gonfiare le pagine della cronaca più nera.
E quando si tratta dell’ospedale di Locri chi più ne ha più ne metta. Per un ascensore che per poco
non spiccava il volo c’è ne è uno che di partire non ci pensa nemmeno. L’ascensore gemello a
quello dello schianto di martedì , ovvero un identico dispositivo di sollevamento sito nel corridoio
attiguo, da mesi è fuori uso.
Proprio perché si tratta di elevatori in uso in una struttura pubblica, che ogni giorno tra medici e
pazienti serve centinaia di persone, i controlli di sicurezza e di manutenzione dovrebbero essere
ancora più ferrei.
Pensate se presente sull’ascensore incriminato fosse stato un paziente in barella,magari con
canule,flebo o respiratori. No, meglio non pensarci.
ANNA LAURA TRINGALI