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12:30:00 - 16 FEBBRAIO 2015

DURO COLPO AL CLAN DEGLI ZINGARI: 33 IN MANETTE

DURO COLPO AL CLAN DEGLI ZINGARI: 33 IN MANETTE -

33 provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Dda di Catanzaro contro elementi ritenuti appartenenti alla cosca 'degli zingari' di Cassano allo Jonio. Su di loro l'accusa di aver gestito un vasto traffico di droga, con diramazioni anche nel nord Italia. L'operazione scaturisce da indagini condotte dal Goa di Catanzaro e di Brescia.  Centinaia di finanzieri hanno presidiato questa mattina il quartiere del "Timpone rosso", "regno" incontrastato del gruppo criminale della cosca Abbruzzese, detta appunto degli zingari. Il gruppo criminale aveva la sede in 14 edifici ubicati nelle zone più impenetrabili della frazione Lauropoli di Cassano allo Jonio.  La cosca degli zingari, secondo quanto è emerso dalle indagini, smerciava in tutta Italia consistenti partite di eroina provenienti dall'Albania e di cocaina acquistata in Sud America e in Olanda.  Gli affiliati, secondo quanto riferito dal procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo che ha coordinato l'inchiesta della Dda,  avrebbero gestito un giro di stupefacente valutato 45 milioni di euro nel periodo in cui sono stati sotto indagine.  La cosca "degli zingari", attiva nell'area della Sibaritide e sulla fascia ionica cosentina, ha spiegato il procuratore  Lombardo trattava grossi quantitativi di droga con l'Albania, soprattutto marijuana e, in parte, eroina. La cocaina, invece, proveniva dal reggino. In un caso, il clan avrebbero trattato direttamente con i narcos sudamericani, l'acquisto di una grossa partita di cocaina pagando 100 mila euro come anticipo, affare poi saltato per problemi sorti in sud America.  Sempre alla cosca "degli zingari" sarebbe stato ceduto l'arsenale intercettato dalla guardia di finanza nel marzo dello scorso anno a Rizziconi, nel reggino. Le armi, dieci kalashnikov, due mitragliette e cinque pistole - furono sequestrate nel corso di quello che fu indicato come un normale controllo di routine ma che in realtà rientrava in un servizio mirato. Le armi erano a bordo di un'auto condotta da un incensurato. Dalle indagini è emerso che la cosca "degli zingari" aveva acquistato mitra e pistole nel vibonese e poi le aveva cedute ad una cosca del reggino. Il ritrovamento suscitò grande allarme visto che per gli inquirenti reggini avrebbero potuto essere utilizzate per un attentato ad un obiettivo istituzionale. Nel corso delle indagini, andate avanti per anni, i finanzieri hanno sequestrato ingenti quantitativi di droga in varie regioni italiane, sigilli anche a due pescherecci che, secondo l'accusa, venivano usati dalla cosca "degli zingari" per importare tonnellate di droga dall'Albania. I due pescherecci fanno base nel porto di Corigliano Calabro ed uno di questi sarebbe anche al centro di accertamenti perché c'è il sospetto che sia stato usato anche per il traffico di essere umani. 
ALESSANDRA BEVILACQUA

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