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01:06:00 - 17 FEBBRAIO 2015

Isis conquista Sirte, minaccia per la Calabria: è raggiungibile dai missili

Isis conquista Sirte, minaccia per la Calabria: è raggiungibile dai missili -



Dopo la conquista da parte dell’Isis della città di Sirte iniziano a spirare venti di guerra, Calabria e Sicilia a rischio attacchi
L’eventualità che l’Italia decida di entrare in guerra nei prossimi giorni o nelle prossime settimane contro l’Isis non è più fantascienza. Lo stato islamico ha iniziato a minacciare anche l’Italia e le sue truppe hanno raggiunto Sirte che dista solo poche centinaia di miglie dalle nostre coste.

La minaccia, dicono gli esperti, non va assolutamente sottovalutata e l’Italia non sembra pronta a fronteggiare una difesa nel caso di un attacco con missili da parte dell’Isis in Calabria e Sicilia.

La giornata di ieri ha messo a nudo tutte le deficienze del nostro apparato di difesa, e c’è chi si chiede se i governatori di Calabria e Sicilia siano consapevoli della minaccia e se abbiano rivevuto da Roma un protocollo in caso di attacco.
E mentre in Parlamento si discutono leggi e riforme, il governo sembra impassibile verso questa delicatissima questione. Molti osservatori ribadiscono che un eventuale attacco non sarà di certo annunciato e che potrebbe arrivare all’improvviso mettendo a nudo tutte le nostre carenze militari.

Ieri dalla radio ufficiale dell’Isis sono partite chiare minaccie all’Italia e al ministro Gentiloni, il portavoce del califfato ha definito Gentiloni il ministro di una nazione crociata.

Anche l’Ansa ieri ha diffuso il comunicato del giornale radio di al Bayan con le minacce alla nostra nazione conseguenza del fatto che l’Italia sarebbe pronta ad unirsi alle forze alleate per combattere l’Isis.
In questa strana guerra la Calabria e la Sicilia sembrano oggi il primo avamposto occidentale che i miliziani potrebbero prendere di mira. A Sky TG24 il ministro Gentiloni è intervenuto sulle notizie allarmanti “L’Italia è minacciata dalla situazione in Libia, a 200 miglia marine di distanza. Se non si trova una mediazione in Libia bisogna pensare con le Nazioni unite a fare qualcosa in più”.

Intanto la Farnesina ha chiesto a tutti gli italiani in Libia di rientrare perchè c’è il serio rischio che possano essere attaccati anche i civili.
Una situazione che via via che le ore passano diventa sempre piu pericolosa ed esplosiva.

Tornano tristemente di attualità le parole di Francesco De Gregori che nel brano “Disastro Aereo nel Canale di Sicilia” nel lontano 1976 preannunciava un situazione simile con queste parole:

Risulta peraltro evidente,
anche nel clima della distensione,
che un eventuale attacco ai Paesi Arabi
vede l’Italia in prima posizione.
E tutti sanno tutto dell’inizio ma 
nessuno può parlare della fine


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