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11:52:00 - 20 FEBBRAIO 2015

DASPO PER RICCARDO CORDI', IL 'RAMPOLLO' DI 'NDRANGHETA CHE VOLEVA UN' ALTRA VITA

DASPO PER RICCARDO CORDI', IL 'RAMPOLLO' DI 'NDRANGHETA CHE VOLEVA UN' ALTRA VITA -

Si sarebbe reso responsabile di lancio di fumogeni diretti sia, ai giocatori della squadra avversaria, che ai carabinieri di sevizio allo stadio oltre ché, di oltraggio al personale della Polizia di Stato, Riccardo Francesco Cordì. Per il 19 enne, è stato emesso un provvedimento di Daspo; ora, oltre al divieto di accedere alle manifestazioni sportive, gli è stato prescritto l’ obbligo di presentazione presso gli Uffici di Polizia per la durata di due anni. Riccardo Cordì è figlio di Cosimo Cordì, ucciso in un agguato mafioso nell’ ottobre del ’97; delitto, avvenuto nel contesto della faida di Locri tra le consorterie dei Cordì e dei Cataldo. L’ oggi 19 Cordì, nel 2012 era stato allontanato dalla famiglia d’ origine dal Tribunale dei minori di Reggio Calabria  ma, lo scorso anno, divenuto ormai maggiorenne, il giovane Cordì era tornato a Locri. Lì, Riccardo, aveva inviato una lettera ad un giornale nazionale per raccontare la sua esperienza positiva, all’ interno della comunità di Messina che lo aveva ospitato per due anni. Una storia, questa del giovane  ‘rampollo di ‘ndrangheta’ com’ era stato definito, che aveva fatto ben sperare:  arrestato a 16 anni, sottratto alla famiglia e affidato a una comunità di Messina, una volta a casa, però, scriveva: ‘ragazzi, fidatevi dello Stato’. Ma ora, Riccardo Cordì,  è di nuovo coinvolto in reati. La Provincia reggina, comunque ,non è nuova ai provvedimenti di Daspo; lo scorso 14 febbraio, altri 5 tifosi del Locri, in occasione del campionato di ‘Promozione’ contro il Marina di Gioiosa e la Bagnarese, sono stati filmati mentre accendevano e lanciavano artifici pirotecnici e materiale pericoloso. Prescritto, anche per loro, l’ obbligo di presentazione presso gli uffici di Polizia.

Piera Galluzzo

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