“Poco importa se a rilevare le Omeca sono stati i giapponesi dell’Hitachi, anche se avremmo gradito che fossero rimaste una parte importante del del know how italiano, l’interessante che non venga disperso un patrimonio industriale d’eccellenza che, nel settore delle costruzioni di materiale rotabile, è apprezzato in tutto il mondo”.
Giuseppe Raffa, presidente della Provincia, dopo la cessione di Finmeccanica di questo ramo d’azienda, rimane cauto sull’operazione che ha portato nello stabilimento di “Torre lupo” la multinazionale Giapponese, ma conferma l’attenzione personale e dell’Ente che presiede “ sul futuro di uno dei pochi veri insediamenti industriali della Calabria. Vigileremo – dice - come abbiamo fatto in passato e poco importa se, oggi, il salario alle maestranze sarà garantito dei giapponesi. Il settore delle costruzioni ferroviarie, in un’economia globale, è regolato dai mercati che tengono conto soprattutto della qualità e degli standard di sicurezza del materiale ferroviario. Caratteristiche,queste, che fanno parte della storia dello stabilimento reggino che si è sempre contraddistinto per l’alta professionalità delle sue maestranze. E siccome queste caratteristiche rappresentano tutt’oggi il grande bagaglio dei dipendenti, credo che la nuova proprietà abbia tutto l’interesse a valorizzare un prodotto già apprezzato e richiesto dai mercati internazionali. Quello che oggi ci preme conoscere, in questo Governo nazionale dovrà farsi garante, é il ruolo che dovrà essere svolto dallo stabilimento nel contesto del piano industriale di questa multinazionale che può contare sul contributo dei dipendenti ( tecnici e maestranze) che, ancorché giovani, sono dotati di comprovate qualità professionali in grado di adeguarsi, cosa che hanno fatto in tutti questi anni, alle nuove linee produttive. Oggi la cautela è d’obbligo anche sul fronte dei livelli occupazionali. Sullo stabilimento ex Omeca, le forze politiche, sociali, imprenditoriali dovranno fare fonte comune nei confronti del Governo nazionale il quale, oggi più che in passato, ha l’obbligo di fare chiarezza sul futuro di questo insediamento industriale”.
a.l./