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17:18:00 - 27 FEBBRAIO 2015

LA LOCRIDE E LA CITTA' METROPOLITANA, DOMANI AL CENTRO DI UN CONVEGNO A ROCCELLA

LA LOCRIDE E LA CITTA' METROPOLITANA, DOMANI AL CENTRO DI UN CONVEGNO A ROCCELLA -


Quale ruolo per la Locride all’interno della città metropolitana? E’ questo l’interrogativo e la preoccupazione manifestata dai sindaci della Vallata del Torbido all’indomani della riunione indetta dal Sindaco di Reggio Falacomatà per avviare la discussione sulla costituzione della nuova città metropolitana. Ed è questo il tema che vedrà impegnate le forze politiche della provincia nei prossimi mesi. Un tema che tratteremo nei prossimi giorni anche come PD in un incontro che stiamo organizzando a Roccella. Vorrei di seguito, sul tema, proporre qualche considerazione.

Innanzitutto mi pare chiaro che la questione che abbiamo di fronte non è se costituire o non costruire la città metropolitana. La riforma istituzionale che l’ha introdotta, infatti, è ormai consolidata e non ci sono margini di ripensamento (tra l’altro, come dirò, nemmeno auspicabili). Si sono già costituite altre città metropolitane e nei tempi dettati dalla legge si costituirà anche la città metropolitana di Reggio. Il tema è quindi:  come vogliamo costituire la città metropolitana?.

In molti affermano che la città metropolitana di Reggio rappresenta  un unicum rispetto alle altre città metropolitane. Nelle altre (si pensi a Roma, Napoli, Milano) esiste già di fatto un nucleo di comuni interessati da una forte conurbazione che gravita attorno alla città capoluogo, mentre a Reggio questo fenomeno non esiste. Reggio, inoltre, è la più piccola delle città metropolitane da costituire. Tutte osservazioni giuste, che manifestano fondate perplessità. Perplessità nei confronti della nuova istituzione che, come è naturale, troviamo in tutti i dibattiti aperti sulle città metropolitane nelle singole realtà. Si pensi, ad esempio, al dibattito sorto attorno alla città metropolitana di Torino, unica città metropolitana a conglobare comuni confinanti con un altro Stato e che racchiude al suo interno ben 315 (a Reggio sono 91) comuni che vanno ben oltre la cinta cittadina.

Un tema, però, è ricorrente in tutte le esperienze: quello del timore che i piccoli centri siano soffocati dalla città e che perdano quelle attenzioni ai propri territori fino ad oggi garantite dalle Province. Ovviamente è un tema prettamente politico, che però può trovare una risposta nella struttura stessa della nuova istituzione.

Ed è questo, credo, il tema che deve interessarci di più come amministratori della Locride. Quello cioè di esaminare ed utilizzare in pieno tutti gli strumenti dell’attuale architettura istituzionale della città metropolitana per affermare il ruolo del nostro territorio all’interno della città metropolitana stessa.

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Vediamola da vicino, dunque, questa architettura. La riforma Del Rio, che ha istituito la città metropolitana  innova profondamente la logica degli interventi di decentramento del ventennio 1977-1997, poiché afferma la netta centralità dei Sindaci come classe politica di base del governo locale e quindi anche dell’ordinamento democratico. E questo è un elemento di novità che dà atto del fatto che, nel tragico ventennio 1992-2012 durante il quale l’antipolitica nelle sue forme più viscerali si è impadronita degli italiani ed è crollata la fiducia nelle istituzioni centrali, solo i Sindaci e le istituzioni locali hanno continuato a rappresentare – con deplorevoli eccezioni -  il lato positivo ed accettato della politica. E non a caso l’attuale premier Renzi è un ex Sindaco di una grande città.

La riforma, però, richiede ai Sindaci qualcosa di più dell’ordinario loro ruolo: chiede cioè di interpretare gli interessi di una comunità molto più ampia di quella che li ha eletti.

Tutti i sindaci della provincia sono componenti della Conferenza Metropolitana, uno dei tre pilastri su cui si fonda l’architettura istituzionale della città metropolitana. E’ un organo consultivo che però ha un unico ed importantissimo potere deliberativo: quello di approvare lo Statuto, oltre ad essere chiamata a deliberare il parere sul bilancio della città metropolitana. La legge prevede che quest’organo deliberi con “doppia maggioranza” in tutti e due i casi. Significa, cioè, che, perché possa essere approvato lo Statuto, è necessario che sia votato da 1/3 dei Sindaci che rappresentano il 50% + 1 dei cittadini residenti in Provincia. Nella provincia di Reggio ci sono in totale 91 comuni, 42 dei quali costituiscono la Locride. La Locride, dunque, rappresenta il 46% dei sindaci che compongono la Conferenza. Il totale dei cittadini residenti in provincia è di 550.323 unità e nella Locride risiedono 131.985 cittadini, il 25% del totale dei residenti in provincia. I sindaci della Locride, dunque, rappresentano il nucleo di maggiore peso all’interno della Conferenza e  sono determinanti nella approvazione dello Statuto della città metropolitana.

Questo è il primo dato su cui credo si debba riflettere. Con la Provincia l’organo deliberativo (il consiglio) veniva eletto a suffragio universale. Ogni volta che un organi di governo sovra comunale è eletto con il suffragio universale la Locride è sempre penalizzata (come ha dimostrato anche il recente risultato delle regionali). Questo perché tanto più un territorio presenta concentrazione di residenti in pochi centri, tanto più riesce ad avere peso elettorale e ad esprimere rappresentanze in seno ad organismi elettivi.

La Conferenza della città metropolitana, dando peso ai sindaci, riequilibra questo dato a favore di territori che siano in grado di rappresentare in modo coeso istanze di più comunità. Per questo la città metropolitana è una occasione importante per i sindaci della Locride. E per questo credo non ci si debba perdere in prese di posizione che appaiono un po’ preconcette e che rischiano di farci perdere per l’ennesima volta una occasione.

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Gli altri due pilastri su cui si basa l’architettura della città metropolitana sono Il Sindaco metropolitano e il Consiglio Metropolitano.  Il Consiglio Metropolitano è un organo politico ed è, assieme al Sindaco, l’organo di governo della Città Metropolitana. A differenza della altre architetture istituzionali, il Sindaco metropolitano non è eletto e non ha necessità di un rapporto fiduciario con il Consiglio. Il Sindaco Metropolitano coincide con il Sindaco della città di Reggio. Il Consiglio, invece, dovrà essere eletto dai consiglieri comunali e dai sindaci della provincia e sarà composto da 14 consiglieri scelti tra i sindaci ed i consiglieri comunali medesimi. Il sistema del voto è del tutto particolare. Il voto, infatti, è diseguale e ponderato secondo la popolazione rappresentata. Significa che il voto del consigliere comunale di Reggio varrà ad esempio 10 e quello del consigliere comunale di Roccella varrà 2. L’elezione, inoltre, avviene per liste contrapposte. E’ evidente, quindi, che quello del Consiglio è il terreno più debole per il nostro territorio per due ragioni. La prima è che il sistema di liste contrapposte polarizzerà il voto su due liste rappresentative dei partiti maggiori: non possiamo immaginare che dalla Locride nasca una lista unitaria trasversale ai partiti che, peraltro, non avrebbe alcuna possibilità di successo e pertanto c’è il rischio che le istanze del territorio siano poco presenti all’interno delle singole liste. Il secondo è che il calcolo ponderato del voto penalizza un territorio con presenza forte di comuni con pochi abitanti. Se nella Conferenza, quindi,  prevale la forza di un territorio in termini di ampiezza numerica delle comunità rappresentate, nel consiglio riprende vigore la forza elettorale di un territorio. Non è su questo terreno che conviene giocare le istanza del nostro territorio, ma è sulla capacità di imporre alla agende dei partiti le istanze della Locride che ci giochiamo il futuro del territorio all’interno della città metropolitana.

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Come dicevo, nonostante le perplessità manifestate da alcuni sindaci della Locride (e non solo), in ogni caso la città metropolitana avvierà il suo iter di costituzione e lo concluderà per come imposto dalla legge. Il primo atto sarà quello della approvazione dello Statuto. Non conosco l’idea che il Sindaco metropolitano ha di come gestire la fase di costruzione della proposta statutaria. Di certo, però, lo Statuto dovrà essere approvato dalla Conferenza.

Il potere regolatorio attribuito dalla legge Delrio allo Statuto è molto più ampio di quello previsto per le attuali Province. La legge assegna allo Statuto alcuni compiti con valenza “esterna”, che cioè incidono nei rapporti istituzionali con gli altri livelli di governo. Ad esempio: regolare le modalità e gli strumenti di coordinamento dell’azione complessiva di governo del territorio metropolitano; disciplinare i rapporti tra Città Metropolitana, i Comuni e le unioni di Comuni nell’organizzazione e nell’esercizio delle funzioni metropolitane e comunali. La legge assegna infine allo Statuto un potere di assoluto interesse per la Locride. Lo statuto metropolitano, infatti, può prevedere che il territorio venga ripartito in zone omogenee per specifiche funzioni. Le zone omogenee devono essere istituite d’intesa con la Regione, ma nel caso in cui manchi l’intesa con la Regione, le zone omogenee possono comunque essere istituite con deliberazione della conferenza metropolitana, assunta con la maggioranza dei due terzi dei componenti.

E’ utile evidenziare che nelle zone omogenee si possono istituire organismi di coordinamento collegati agli organi della città metropolitana. Le zone omogenee costituiscono, quindi,  articolazione sul territorio delle attività e dei servizi metropolitani decentrabili della Città metropolitana. Per un territorio, essere considerato una zona omogenea significa in sostanza avere maggior peso all’interno della città metropolitana. E’ probabile che molti territori della provincia spingano per essere riconosciuti come zone omogenee. Ma le zone omogenee, per loro natura e definizione, devono essere delimitate secondo caratteristiche geografiche, demografiche, storiche, economiche e istituzionali tali da farne l’ambito ottimale per l’organizzazione in forma associata di servizi comunali e per l’esercizio delegato di funzioni di competenza metropolitana. E la Locride è l’unica zona omogenea compiutamente delineata all’interno della città metropolitana. Essere riconosciuta come tale ed evitare forzature che snaturano il concetto stesso di zona omogenea deve essere, a mio avviso, il primo forte impegno unitario dei Sindaci della Locride.

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In conclusione. La costituzione della città metropolitana è un processo irreversibile che la Locride è chiamata a governare per non doverlo subire. Per governarla non è utile attardarsi su analisi, anche condivisibili in alcune parti, sulla efficacia della riforma istituzionale derivante dalla legge Del Rio. E’ più utile organizzare le forze in campo per tutelare le aspettative legittime della Locride. Dunque una proposta: avanzi la conferenza dei Sindaci una formale proposta di costituzione della Locride come zona omogenea della città metropolitana ed una contestuale proposta di criteri da attuare per riconoscere ad un territorio tale status. Su questa proposta convergano tutti i Sindaci ponendola come condizione necessaria (ancorchè ovviamente non sufficiente) per l’espressione di un voto positivo sullo Statuto all’interno della Conferenza. Si elabori poi una piattaforma politica in grado di rappresentare le esigenze del territorio e su di essa si chieda l’impegno formale delle forze politiche che daranno vita alle liste contrapposte per l’elezione del Consiglio.  Questo è, a mio avviso, il primo necessario passo per governare il processo in atto e per contribuire al rafforzamento di questa nuova articolazione istituzionale che, se ben governata, darà certamente nuovo impulso allo sviluppo della Locride.

Vittorio Zito – Vicesindaco di Roccella Ionica

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