Quello dei fondi pubblici e comunitari rappresenta il settore maggiormente indagato
dalla Procura della Corte dei Conti della Calabria, oltre all’annosa questione legata
alla sanità dove le ipotesi di danno erariale rispondono a irregolare e illegittima
gestione di finanziamenti pubblici in relazione alle gare d’appalto, mancata o incoerente
gestione del patrimonio immobiliare, ma anche alla nomina di direttori generali
privi dei requisiti. La relazione del procuratore Cristina Astraldi De Zorzi,
letta nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario fotografa un sistema
che in Calabria è lontano dai livelli di ottima gestione. Non rappresenta certo
una sorpresa il fatto che, ormai da anni, parole come indebita percezione,
cattiva utilizzazione dei fondi comunitari, spreco di risorse, rimbombino
puntualmente nelle aule giudiziarie. E allora non stupisce affatto che la
Corte dei conti, aprendo ieri l’anno giudiziario, spieghi che quello dei fondi
pubblici e comunitari rappresenta il settore maggiormente indagato dalla
Procura della Corte dei conti della Calabria, senza dimenticare l’annosa
questione legata alla sanità dove le ipotesi di danno erariale rispondono a
irregolari e illegittime gestione di finanziamenti pubblici in relazione alle
gare d’appalto, mancata o incoerente gestione del patrimonio immobiliare con
la conseguente sottoutilizzazione di strutture ospedaliere, ma anche nomina di direttori
generali privi dei requisiti richiesti. La relazione del procuratore regionale,
Cristina Astraldi De Zorzi, letta nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario
(alla cerimonia, tra gli altri, hanno partecipato il vice presidente
della Regione, Domenico Cersosimo, il presidente della Provincia di Catanzaro,
Wanda Ferro, ed il sindaco del capoluogo calabrese, Rosario Olivo) presenta
un sistema che in Calabria resta ancora lontano dai livelli di ottima gestione.
Nel 2008 i danni erariali individuati dalla Corte dei Conti sono stati oltre
42 milioni di euro, con un incremento del 27 per cento rispetto al 2007, e
la gran parte hanno riguardato l’indebita percezione di fondi comunitari.
Indebite percezioni di fondi pubblici e comunitari Resta il settore maggiormente
indagato dalla Procura della Corte dei conti della Calabria. Numerose, le condanne
nei confronti di allevatori che hanno reso false dichiarazioni per beneficiare
dei contributi. «Dichiarazioni – ha detto Astraldi De Zorzi – che non si sono
tradotte in un mero danno economico a carico dell’erario dell’Agea, ma hanno
fatto emergere un danno sociale, giacché in tal modo vengono messe in commercio
carni che non sono state sottoposte ad alcun controllo con grave nocumento per la
collettività». Le altre condanne in materia di fondi comunitari sono state
a carico di imprenditori che hanno ordito truffe attraverso la legge 488
per ingenti importi e in alcuni casi anche a carico di funzionari della Regione
che hanno omesso i dovuti controlli.
PINO GAGLIANO