Si sono svolti ieri presso la basilica dell'Immacolata in Catanzaro,
i funerali di Federico Bisceglia, giovane pubblico ministero della
Procura di Napoli Nord, la cui vita è stata violentemente stroncata
da un incidente sull'autostrada A3 nei pressi di Castrovillari,
nella notte tra il 28 febbraio e l'1 marzo. Una chiesa gremita di
gente, stretta intorno alla famiglia del brillante magistrato,
ha ascoltato silenziosamente la santa Messa officiata da Don Lino
Tiriolo, sacerdote dell'Osservanza, parrocchia dei familiari.
Don Lino, con una predica semplice e toccante, ha ricordato di
aver conosciuto Federico Bisceglia al matrimonio della sorella
Marianna in Napoli, e lo ha definito oltre che professionista
vocato di altissimo spessore, giovane dotato di grande umanità
e personalità. Tante le parole di conforto dall'altare indirizzate
alla mamma Giuseppina Gimigliano, al papà Nicola Bisceglia, alla
sorella Marianna e ai due fratelli Guido e Francesco.
Interminabile la fila composta per dare
le condoglianze ai familiari di Federico Bisceglia, per dare
un bacio di saluto alla bara del giovane. Il Pm aveva
effettuato i suoi studi al Liceo classico "P. Galluppi"
di Catanzaro e all'Università "Federico II" di Napoli,
conseguendo brillantemente e giovanissimo la laurea in
giurisprudenza e vincendo subito l'ambito concorso
in magistratura. Era, tra le altre cose, esperto in reati
ambientali ed era titolare delle indagini sul caso della
piccola Fortuna, precipitata da un palazzo al Parco Verde
di Caivano, e sulla relativa rete di pedofili emersa dalla
tragedia. Prestato alla Campania, in cui svolgeva la sua
delicatissima attività lavorativa, Federico era legatissimo
alla sua terra di Calabria e alla sua famiglia ove tornava
spessissimo e dove stava facendo rientro anche nel fine
settimana. La sensazione per chiunque abbia avuto la
fortuna di conoscere un simile uomo è che la sua
vitalità, la sua volontà, la sua intelligenza e la
sua intraprendenza non verranno mai dimenticate e
che la Calabria, la Campania, terra d'adozione,
ma soprattutto la giustizia hanno perso un pilastro
e un faro. Dopo le esequie i familiari, i parenti,
gli amici hanno seguito il carro funebre al cimitero
di Catanzaro per dare l'ultimo saluto all'amico,
al magistrato, all'uomo, a un faro la cui luce
non smetterà mai di orientare e di splendere.
Oltre alla fatalità, inquieta riportare come nella terra
dei fuochi si faccia festa come per il santo patrono
per la "liberazione" dal loro incubo. Lo stesso Schiavone
aveva attezionato il giovane togato sulle possibili disgrazie
su qualche strada. Altro particolare inquietante e terribile
coincidenza.
PINO GAGLIANO