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17:00:00 - 19 MARZO 2015

Violentata e uccisa: ufficiale Ris, Dna incompatibile imputato

Violentata e uccisa: ufficiale Ris, Dna incompatibile imputato -

"Non c'è compatibilità tra il dna estrapolato dal liquido seminale prelevato sul terriccio e quello di Franco Sansone, né con il dna di Luigi Carbone". A dirlo è stato il maggiore dei carabinieri del Ris di Messina Carlo Romano, deponendo nel processo per l'omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa violentata ed uccisa a Torremezzo di Falconara Albanese il 26 luglio 1988.
Franco Sansone è l'unico imputato del processo e, secondo l'accusa, avrebbe ucciso Roberta Lanzino in complicità con Luigi Carbone. Quest'ultimo sarebbe poi stato assassinato, ed il suo cadavere fatto sparire, dallo stesso Sansone per evitare che rivelasse il coinvolgimento di quest'ultimo nell'omicidio della studentessa.
Già nei giorni scorsi si era saputo, dopo il deposito della perizia del Ris agli atti, che le tracce del Dna non erano compatibili con Sansone e Carbone ed oggi è venuta la conferma anche in aula.
"Sono diversi - ha aggiunto l'ufficiale rispondendo alle domande degli avvocati - i fluidi biologici individuati sulla scena del delitto ma dei quali non si può tracciare un profilo definito perché le tracce sono troppo lievi. Da uno solo è stato possibile estrapolare un profilo genetico maschile".
Secondo il legale della famiglia Lanzino, l'avvocato Ornella Nucci, però, "il dna prelevato dal terriccio e individuato dai Ris di Messina potrebbe non appartenere all'assassino perché, come dichiarato dai periti della Procura incaricati di effettuare l'esame autoptico sul corpo di Roberta, l'omicidio potrebbe essere stato commesso da un'altra parte".
"Dunque - ha aggiunto il legale - il giudice deve tener conto di questo elemento".

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