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16:58:00 - 29 MARZO 2015

ROCCELLA BENE COMUNE: L'ASSISTENZIALISMO CLIENTELARE REGNA SOVRANO. ECCO LE PROPOSTE

QUESTO IL TEMA DELL'INCONTRO CHE LA LISTA DI OPPOSIZIONE HA PROPOSTO IERI NELLA CASA COMUNALE. GRANDE LA PARTECIPAZIONE

ROCCELLA BENE COMUNE: L'ASSISTENZIALISMO CLIENTELARE REGNA SOVRANO. ECCO LE PROPOSTE -

L'iniziativa di ieri sera s'inquadra in un contesto politico amministrativo che “Roccella Bene Comune”  ha indicato come suo impegno prioritario all'indomani delle elezioni amministrative:  mantenere un costante rapporto con i cittadini all'insegna di un doveroso servizio di correttezza e di informazione su tutto ciò che accade nel nostro Comune.  

Siamo convinti, infatti, che una buona opposizione debba essere improntata al controllo degli atti amministrativi, alla formulazione di proposte politiche ma, soprattutto, alla tutela dei cittadini.

Pensiamo che i cittadini debbano sapere come stanno realmente le cose, affinché possano esprimere una valutazione ponderata sull’azione amministrativa.    

 Noi, di “Roccella Bene Comune” vogliamo andare al cuore dei problemi.  Cercare soluzioni con proposte concrete e realizzabili, partendo da una precisa analisi della situazione sociale ed economica della nostra cittadina.

 Nel nostro Paese le attività commerciali vivono una crisi inarrestabile, quasi inesistente il settore delle piccole e medie imprese, specie nel campo edilizio, completamente abbandonata l'agricoltura.

Le nostre professionalità sono quotidianamente mortificate.

Inesistente e sicuramente mal condotte le politiche legate al turismo, se è vero come è vero che oltre ai soliti 20 giorni del mese di Agosto non si va.

Gli abitanti di Roccella diminuiscono sensibilmente ogni anno: l’ultimo censimento ne annoverava intorno a  6.000,  la maggior parte dei quali vivono di modeste pensioni o di stipendio.

 Si può dire che siamo diventati un paese dove non esiste alcuna prospettiva di sviluppo.

I giovani, spesso i più bravi, sono costretti a cercare lavoro altrove non avendo sbocchi per  costruirsi un futuro. Si ha la sensazione di vivere in un luogo d'intorpidimento, dove solo i furbetti e i clienti si sentono realizzati.

Nel paese aleggia un clima di diffidenza e di timore nel manifestare le proprie idee, in virtù di una sgradevole censura politica esercitata dagli attuali amministratori. 

 

Il tema di questo incontro, “100% tasse e 0% sviluppo”,   è emblematico e significativo: esprime chiaramente la condizione di un paese piegato da una alta tassazione comunale, certamente tra le più alte della Calabria.

Contemporaneamente non s'intravede alcuna idea di sviluppo o di investimento per dare una pur minima opportunità di lavoro.

L'assistenzialismo clientelare regna sovrano.

Il nostro affiatato gruppo politico,  composto da persone di esperienza e affiancato da un gruppo di giovani con un forte spirito di servizio e amore per il nostro paese, intende, questa sera, affrontare le tematiche legate allo sviluppo.

Il convegno si svilupperà  partendo dall’analisi della situazione attuale, mediante una relazione di Nicola Iervasi sul tema della pressione fiscale e sulle criticità del nostro sistema produttivo.

Mostreremo, chiaramente, la grande bolla di persuasione che in questi anni la politica locale ha creato su Roccella Jonica, facendo credere di vivere in “un’isola felice”.

Ci hanno fatto credere di essere un comune virtuoso, con una serie d'iniziative  che altro non hanno fatto che affondare le economie delle famiglie.

Concluderà la prima parte del convegno l’ing. Vanessa Riitano, che evidenzierà le nostre proposte di abbattimento della pressione fiscale e i suggerimenti per un possibile sviluppo del paese.

Seguiranno gli interventi da parte del pubblico e concluderà il coordinatore del gruppo Avv. Domenico Circosta.

 

 

 

 

PRESSIONE FISCALE

 

Nel nostro manifesto dicevamo: 100% tasse.

I dati che riportiamo sono stati forniti dall’Ufficio Ragioneria del Comune di Roccella Jonica. Vogliamo ringraziare pubblicamente il rag. Pino Curciarello che, dopo averci fornito i dati richiesti sui tributi comunali, è stato disponibile ad un incontro chiarificatore con una nostra delegazione.

La sensazione a caldo dell’incontro è stata quella di una grande professionalità da parte dell’Ufficio Tributi.  Professionalità certamente colta a pieni mani da parte della classe politica che, a dire il vero, la utilizza  in maniera perversa, cercando con accanimento tutte le possibilità per fare cassa a danno dei cittadini.

Basta navigare sul sito istituzionale del comune, leggere le Delibere di Giunta e le Determine Dirigenziali per mettersi letteralmente le mani nei capelli.

Nessuna idea di sviluppo ma solo spese, spese ed ancora spese.

Per una siffatta mole di uscite è necessario garantire molte entrate, cosa che ha portato la pressione fiscale a livelli insopportabili.  

La cosa più grave è che ciò viene fatto in maniera cosi normale come se fosse tutto plausibile e giustificato. Mai e poi mai all’interno di un Consiglio comunale, dove si è trattato di decidere regolamenti ed aliquote delle varie IRPEF,  IMU, TASI e TARI,  si è fatto cenno a come poter  gravare meno  sul portafoglio  dei cittadini.

 Hanno sempre deciso di adottare le massime aliquote stabilite dalla legge.

Vediamo come.

 

Cominciamo dall’IMU.   

La Legge di Stabilità 2014 ha introdotto, in riferimento all’ IMU, delle novità sancendo che l'imposta non dovrà essere più pagata sulla prima casa ad eccezione degli immobili di lusso appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.

Bisogna ricordare che, prima dell’IMU, la tassa si chiamava ICI che era già stata applicata, nel nostro Comune, al massimo di Legge. L’ICI, come l’IMU, doveva essere pagata anche sui terreni edificatori anche se, come sappiamo, per gran parte del territorio mancavano i Piani Particolareggiati.

Il calcolo dell’IMU viene eseguito prendendo come riferimento la rendita catastale dell’immobile a cui andranno applicati dei moltiplicatori che variano a seconda della categoria catastale e delle aliquote.

Il decreto-legge, che introduce l'imposta,  definisce alcune aliquote base, modificabili dalle amministrazioni comunali con delibera del consiglio comunale.

L’aliquota base è del 7,6 per mille modificabile, come dicevamo prima,  dal consiglio comunale con un minimo pari al 4,6 per mille ad un massimo pari al 10,6 per mille.

I nostri amministratori hanno deciso di applicare l’aliquota massima del 10,6 per mille.   Solo nei comuni dissestati  le aliquote sono applicate al massimo.

La previsione di incasso, per il 2014, era pari a 1.000.000 di €. Al 31.12.2014 ne sono stati incassati 767.000 € con una morosità, sempre al 31.12.2014 pari a 233.000 €.  

Come se non bastasse, nel 2013, i cittadini sono stati costretti a pagare  la MINI IMU sulla prima casa, dovuta all’aumento scriteriato di un punto percentuale dell’aliquota base voluta dai nostri amministratori.

In aggiunta, i nostri, fanno pagare l’IMU sui terreni agricoli e, se non bastasse, impongono il tributo anche su quei terreni che prima erano edificatori ed oggi, a causa della mancata approvazione del Piano Strutturale associato, sono divenute “Zone “Bianche”.

Da questo punto di vista siamo all’avanguardia nel panorama nazionale, visto che la mini IMU è stata corrisposta da pochissimi comuni calabresi ed italiani come quella sui terreni agricoli.

 

 Nel 2014 è stata introdotta una nuova tassa: la TASI da calcolarsi sempre sulla rendita catastale.   

La TASI, acronimo di Tassa sui Servizi Indivisibili,  rappresenta l’imposta sui alcuni servizi come la viabilità, la manutenzione del verde pubblico, l’energia pubblica, i servizi cimiteriali, la polizia locale, ecc.   

Non è una tassa obbligatoria. Alcuni comuni non la applicano nemmeno.

Anche in questo caso, come per l’IMU, il calcolo della tassa varia da comune a comune in base alle aliquote stabilite dai Consigli Comunali.

Lo Stato, per la TASI ha stabilito, per le prime abitazioni, l’aliquota base dell’1 per mille con la possibilità di aumentarla fino ad un massimo del 2,5 per mille.

Mentre per gli altri fabbricati è discrezione del comune aggiungere un ulteriore 0,8 per mille.

Indovinate un po’ cosa ha deciso il Consiglio Comunale di Roccella Jonica attraverso un’assise convocata d’urgenza e senza  dare, ai consiglieri comunali di opposizione, tutte le indicazioni sulla tassa?

Come prassi consolidata ormai da anni, il Consiglio Comunale, convocato il 26 settembre 2014, ha applicato la massima aliquota al 2,5 per mille per le prime abitazioni e l’ulteriore aggravio dello 0,8 per mille per le altre abitazioni. Il tutto con i soli voti della maggioranza!!!

Per la TASI si è accertato un incasso pari a 300.000 €. Al 31.12.2014 ne sono stati versati 275.000 € con una morosità di 25.000 €.

Ci piace sottolineare che, sia per l’adozione della massima aliquota IMU che per la massima aliquota TASI i Consiglieri di “Roccella Bene Comune” hanno votato contro: lo ritenevano ingiusto e persecutorio, proponendo aliquote più basse mediante l’abbattimento di alcune spese. Siamo stati tacciati di pressapochismo, di voler ridurre la qualità dei servizi ed ogni altra accusa. Come al solito, i nostri amministratori non tollerano chi non la pensa come loro. L’unico “verbo” da seguire è quello che esce dalle loro bocche illuminate.

 

 

E veniamo alla TARI ex TARES ex TARSU ossia quel tributo che va a completare la IUC (Imposta Comunale Unica) che, con l’avvento del federalismo fiscale dei Comuni, è la tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La TARI deve essere pagata per intero dai contribuenti a garanzia dell’integrale copertura dei costi del servizio.

La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Il calcolo delle singole aliquote della TARI segue logiche diverse a seconda che si tratti di prima abitazione o di attività commerciale.

Qui mostriamo i dati relativi alla TARES, i cui proventi si incassavano fino a marzo del 2014. Per la TARI dobbiamo aspettare la fine del 2015.

Partendo da un Piano Finanziario, che disegna i costi del servizio, si giunge a stabilire le varie aliquote. Il vero, grande problema è proprio il Piano Finanziario.

Le somme indicate sono esorbitanti.

Abbiamo più volte dimostrato che i costi indicati nel Piano Finanziario possono essere abbattuti, riducendo di conseguenza la pressione fiscale. Tutto inutile !!

Per la TARES si pensava di incassare 1.100.000. Al 31.12.2014 se ne sono incassati 798.000 € con una morosità pari a 302.000 €. 

Premesso che siamo convinti che il sistema di raccolta differenziata sia l’unico modo possibile per una tutela adeguata dell’ambiente, in virtù del riciclo della maggior parte dei materiali e quindi un minore conferimento nelle discariche e inceneritori; convinti ancora che Roccella Jonica, grazie ad un finanziamento pubblico, sia stata solerte ad adottare questo tipo di gestione dei rifiuti, coscienziosamente accettato dai cittadini, non possiamo però non sottolineare che dietro alla puntuale raccolta dei mastelli si nasconde una sproporzionata gestione.  Gli stratosferici costi  non sono stati messi mai sotto controllo e  causano una vera e propria stangata  per le famiglie e per le attività produttive roccellesi: le grandi vittime di questa tassazione, messi in ginocchio con aumenti che vanno oltre il 500 % nei soli ultimi due anni.  

Costi che potrebbero ulteriormente aggravarsi se consideriamo che il servizio di raccolta oggi è effettuato mediante l’utilizzo delle forze lavoro LPU e LSU pagati dallo Stato.

 Possiamo solo immaginare cosa potrebbe accadere un giorno con personale assunto dal Comune: aumento sproporzionato della TARI che raggiungerebbe costi insostenibili dalla popolazione. Ecco perché è inderogabile mettere sotto controllo e diminuire drasticamente l’attuale spesa.

Ma  il più incredibile paradosso che avviene nel nostro paese è rappresentato dalle tante promesse, offerte a piene mani dai nostri amministratori alla vigilia dell’adozione a Roccella della differenziata.

Vi ricordate?  Ci avevano promesso che in virtù della vendita dei materiali riciclabili e grazie ai premi ottenuti dalla Regione e dal CONAI, le tariffe sarebbero diminuite rispetto alla gestione precedente, quando ancora esistevano i cassonetti lungo le strade: mai promessa è stata più disattesa. In questi anni  la tassa è invece aumentato del 500% rispetto alla TARSU.

 

 

 

Ci avevano promesso che la tariffa sarebbe stata corrisposta in base al principio “chi più inquina più paga e chi più differenzia più risparmia” ed invece, nonostante nel finanziamento regionale Roccella abbia acquisito il software per poter adottare questo sistema di misurazione (circa 40.000 Euro),  non è stato  mai utilizzato e nessuna premialità è stata mai impiegata per cittadini e attività produttive “che più differenziano”.

Oggi, sia le famiglie, in riferimento alle utenze domestiche, ma soprattutto i commercianti per quelle non domestiche, a causa dell’altissimo costo del tributo,  non ce la fanno a pagare.

Qualche tempo fa, prima delle elezioni comunali, abbiamo dimostrato come a Roccella, per la raccolta dei rifiuti, si paga mediamente il 70% in più rispetto a molti comuni calabresi, compresi quelli dove già si effettua la raccolta differenziata.

Inoltre, ai dati forniti della società Jonica Multiservizi,   ossia l’ex Jonica Sistemi Idrici, abbiamo potuto accertare come la morosità aumenti di anno in anno fino a raggiungere, nel 2014,  la esorbitante somma di 260 mila euro pari al circa il 30% del totale.

Non si riesce a pagare neanche l’acqua potabile.

In pratica, facendo una media, delle quasi 4.000 utenze circa 1.300 risultano morosi.

Risultati di gestioni pessime che non hanno impedito, però, di liquidare la somma di 21.000 € al Collegio Sindacale e 18.000 € All’Amministratore Delegato/Vice presidente.

Una vergogna ed un lusso che non possiamo e non dobbiamo permetterci.

Facendo un raffronto  solo tra le imposte comunali IMU, TASI, TARES. IRPEF, ecc. ci si accorge che il prelievo ammonta a circa 4.500.000 € all’anno e che la morosità  ha raggiunto livelli pericolosi, circa 1.300.000 € all’anno.

La conseguenza di ciò è la disgregazione del tessuto sociale che alimenta un grosso disagio, con il gravissimo rischio di default per le economie locali,  le famiglie e la tenuta stessa dell’attività amministrativa.

Sempre di più si fa ricorso ad Equitalia per la riscossione delle morosità, con l’aggravio della tassa a causa delle sanzione e della mora applicati.

Una morosità crescente negli anni e che dovrebbe fortemente preoccupare i nostri amministratori se è vero come è vero che non si riesce a pagare nemmeno l’acqua potabile.

 

 

 

 

CRITICITA’

 

La cosa più allarmante che il coordinamento politico ha analizzato nel corso dello studio in materia di tassazione fiscale è rappresentata dal fatto che, nonostante la fortissima pressione fiscale da parte dei nostri Amministratori  sui cittadini, le somme riscosse a piene mani vengono utilizzate esclusivamente per “far quadrare i conti”.

Non resterebbero margini da investire nello sviluppo.  

In pratica viviamo in una società “senza speranza”.

Zero futuro.  Nessun margine per creare nuove opportunità di sviluppo e per aiutare le famiglie svantaggiate.

Proprio così. Un paese che è dipendente dalla forte tassazione solo per coprire spese folli e fuori controllo. Si ripete: nessuna idea di sviluppo.

A cominciare dai nostri giovani, dagli studenti, dalle persone svantaggiate.

Nessuna iniziativa per puntare a far crescere il capitale umano che sarà destinato a confrontarsi domani con un mondo che cammina a velocità tripla rispetto alla nostra.

Pensate che, alla proposta avanzata da parte del  Dirigente Scolastico della scuola primaria e secondaria per l’introduzione del tempo prolungato, l’Amministrazione Comunale ha risposto picche!

Non ci sono soldi per la refezione scolastica, non ci sono soldi per l’ulteriore servizio di scuolabus.  Il risultato è il caos!!!

Tutti gli sforzi educativi per creare una scuola in cui tutti abbiano le stesse possibilità di crescita e di socialità si infrangono a causa dell’ottusità dei nostri amministratori.

Ragazzi e ragazze costretti a mangiare il pranzo sui banchi dove fanno le lezioni;   ognuno una pietanza diversa, chi il panino chi la lasagna, chi la merendina chi il pollo arrosto a seconda delle possibilità economiche dei singoli !!!

Alla faccia del Comune virtuoso che si occupa e spende per ogni cosa che gli rende propaganda, ma non riesce a stanziare una piccola cifra per il servizio primario della mensa che farebbe socializzare le giovani generazioni, farebbe mangiare tutti lo stesso pranzo e, soprattutto,  in locali igienicamente appropriati!!!

Sviluppo ZERO dicevamo. 

A partire dalla farsa se non addirittura dalla beffa del “Porto delle Grazie”.

Guardando con attenzione il compendio portuale ci stiamo accorgendo di come stia subendo un lento ed inesorabile declino, con l’attuale minimo storico in fatto di presenza di imbarcazioni titolari di posti barca: circa 180 sui 450 disponibili.

Prima della gestione non si trovava un posto barca per anni e anni.

Un investimento pubblico di 50 miliardi delle vecchie lire.

 Il completamento e la messa in funzione nel lontano 1998, un lunga ed estenuante causa giudiziaria per aggiudicare la gestione, ed oggi ancora tutto in “alto mare” con la società di maggioranza in fuga e nessuna prospettiva di chiarezza sul futuro.

Il Porto di Roccella è diventato inaccessibile (SLIDE 12) non solo per il continuo insabbiamento, ma anche a causa delle tariffe di posteggio fissate nel 2014, quadruplicate rispetto all’anno precedente.

Tutto ciò scoraggia i diportisti di passaggio a fermarsi in un Porto dove sono quasi inesistenti i servizi (nonostante siano stati spesi ulteriori 5 milioni di euro di soldi pubblici), obbligando gli “amanti del mare” del posto a togliere la barca dal porto o addirittura a venderla.

Una struttura che avrebbe dovuto essere il volano per lo sviluppo dell’intero nostro territorio.

Oggi, con soli due posti di lavoro realizzati sui 20  previsti dall’offerta del bando di gara di gestione, rappresenta un pessimo esempio di capacità gestionale.

Ci fornisce l’esempio lampante di incapacità  a far fruttare gli investimenti pubblici attraverso idee ed opportunità di sviluppo.

Stessa identica cosa dicasi per gli edifici della cultura di Roccella Jonica: Auditorium Comunale, Teatro al Castello, Convento dei Minimi. 

A fronte di enormi  soldi pubblici investiti, nessuna idea di valorizzazione di queste strutture è stata messa in campo in questi venti anni .

 

Sono passati già tre anni da quando è scoppiato il caso dell’acqua all’arsenico nei rubinetti delle nostre abitazioni, ed ancora centinaia di immobili nelle nostre   contrade, tra le quali Maria e Bosco Catalano, sono senza acqua potabile.

 Nessuna iniziativa è stata intrapresa in tre anni per risolvere un caso di enorme gravità qual è la purezza dell’acqua nelle case di queste frazioni.

Spot pubblicitari  che inneggiano alla potabilità dell’acqua fornita dalla Sorical, ma nessun  cenno  sulla questione della sorgente Finocchio!!!

Per non parlare del Piano Strutturale Associato, ex Piano Regolatore, ingessato, bloccato da dieci anni e ancora in alto mare per la sua definitiva approvazione. Un problema aggravato dall’associazione con il Comune di Nardodipace, distante anni luce dall’impostazione territoriale del nostro Comune, con l’aggravio oggi del Commissariamento del Comune del vibonese per infiltrazioni mafiose.

 Ulteriore difficoltà di dialogo con l’amministrazione di quel posto.

Il blocco del Piano Strutturale ha causato il crollo delle imprese edili e l’azzeramento dell’economia legata al mattone ed anche la mancanza di entrate comunali attraverso gli oneri costruttivi dei cittadini che vorrebbero investire in questo settore.

 Dall’ultimo censimento ci siamo accorti, infine, di una drastica diminuzione  degli abitanti del nostro Comune.

E’ ripresa l’emigrazione. Sempre meno gente è attratta dal nostro paese.   

Basta farsi una passeggiata lungo le strade del centro per rendersi conto del peggioramento, del crepuscolo che vive la nostra comunità.

Stiamo ritornando indietro di trenta/quaranta anni.

 Dicevamo bene quanto affermavamo che Roccella sta vivendo “Un lento ed inesorabile declino”.

 

PROPOSTA

            Appare evidente come l’impegno politico del movimento “Roccella Bene Comune” non si limiti alla critica sterile, distruttiva  e improduttiva.

Sarebbe facile per noi dire solo le cose che non vanno. Siamo fieri di poter offrire tutto un bagaglio di idee e proposte per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, ricercando per questo verso nuove idee di sviluppo e crescita.

Intanto, è assolutamente necessario sedersi intorno ad un  tavolo in maniera franca e senza pregiudizi. Far si che la politica ritorni ad avere un ruolo centrale nella vita amministrativa del nostro paese.

Intorno a quel tavolo non ci si deve sedere  esclusivamente  per cercare di inventarsi iniziative di chiaro stampo  propagandistico,  per accattivarsi simpatie in prospettiva del voto.

Non servono sterili tentativi per creare un’immagine che va al di sopra delle nostre possibilità.

Bisogna iniziare a discutere concretamente su quelle che sono le potenzialità del nostro paese e come poterle accrescere e valorizzare, con un occhio sempre diretto nei confronti di quelle categorie sociali più svantaggiate.

La bandiera blu, ad esempio, è un ottimo viatico per la promozione del nostro territorio ma oggi questo fregio è considerato un  punto di arrivo.

La spiaggia è in forte declino a causa dell’ inesorabile erosione della costa con il rischio di chiusura degli stabilimenti balneari,  che tanto hanno dato per l’ottenimento dei risultati passati. E’ necessario mettere in atto immediatamente il finanziamento di 3 milioni e 600 mila euro per la difesa organica della nostra costa.

 

Il nostro movimento ha già elaborato un progetto di messa in sicurezza della costa che sarà presto offerto all’Amministrazione Comunale. Sono previste scogliere soffolte, allungamento degli attuali pennelli, costruzione di ulteriori cinque pennelli  per diminuire lo spazio tra quelli esistenti, oltre ad un robusto ed intenso ripascimento associato al dragaggio del porto. Una bandiera blu deve essere un punto di partenza verso una più diversificata proposta turistica dove coinvolgere operatori turistici, associazioni, commercianti, farli interagire tra loro per offrire servizi ottimali ed accattivare nuove presenze e nuova economia.

Una bandiera blu che non può limitarsi esclusivamente a 20 giorni di agosto e la pulizia ossessionata esclusivamente di piazza e parte del lungomare. Bandiera blu dovrebbe significare valorizzazione anche della periferia, strade che non siano un colabrodo, valorizzazione anche del settore agricolo che per gli attuali amministratori è assolutamente scomparso.

Avevamo proposto e siamo ancora fermamente convinti sulla idea dell’ Autonomia Idrica, cioè di cercare nuove sorgenti che, da un lato risolvano definitivamente la questione arsenico e, dall’altra,  possa renderci autonomi dalla SORICAL.

Ciò permetterebbe un risparmio annuo di circa 350 mila euro che si tradurrebbe in una bolletta idrica nettamente più economica.

Siamo fermamente convinti che sarebbe necessario investire sulle energie rinnovabili e sull’introduzione delle luci a led per l’illuminazione pubblica; il tutto ci farebbe risparmiare circa 100 mila euro all’anno con una TASI molto più leggera.

Sbloccare la grande utopia del Piano Strutturale Associato a Roccella Jonica significherebbe dare nuova linfa all’attività e al lavoro edilizio, allo sviluppo territoriale del paese e, perché no, anche alle casse comunali che potrebbero rimpinguarsi con gli oneri di costruzione.

Ciò che sta avvenendo al Porto delle Grazie rappresenta un vero e proprio karakiri.

Il rilancio del porto deve passare assolutamente dall’abbassamento e rateizzazione delle tariffe portuali oltre che dal completamento dei servizi come l’approvvigionamento dei carburanti, la videosorveglianza, i lasciapassare, ecc.

Ciò garantirebbe  il pieno regime dei posti barca, oltre a rappresentare uno stimolo per i diportisti di passaggio.

Intorno al porto potrà nascere un indotto foriero di ottime prospettive lavorative.

Sarà obbligatorio uno “Spaccio del pesce fresco”.  In tutti i porti d’Italia dove è presente una flotta peschereccia, parte del pescato resta sul posto con il conseguente abbattimento dei prezzi.

E’ necessario prevedere la realizzazione di un accesso diretto all’area portuale mediante un sovrappasso ferroviario. In passato è stato proposto un progetto in tale senso che “Roccella Bene Comune” ha fatto proprio e che offre all’Amministrazione Comunale.

E’ davvero desolante assistere a ciò  che si vuole far passare come “il paese della cultura”.  Non esiste una biblioteca, una sala multimediale con accesso gratuito ad internet; l’ auditorium utilizzato soltanto per le feste scolastiche e i saggi di danza e nessuna proposta culturale per pianificare  iniziative davvero all’altezza della struttura.

Si continua a spendere soldi per ammodernare sempre di più le solite strutture (2 milioni e mezzo di fondi PISL) senza interessarsi di altri settori.

 

Tra questi l’edificio destinato alla vendita del pesce  che potrebbe diventare una edificio a disposizione delle molte attività associative. 

Infine, sulla questione  tasse “Roccella bene comune” si era soffermata moltissimo nel suo lavoro di studio prima delle elezioni e continua a perseguire tale obiettivo convinto com’è che è assolutamente possibile pagare di meno.

 Avevamo spiegato per bene come fosse pericoloso questo drastico aumento della pressione fiscale,  causa  sempre di più di morosità dovuta al fatto che  sempre più persone non ce la fanno a pagare.

Far pagare di meno con una migliore diversificazione ed equità significherebbe e consentirebbe a tutti di avere la possibilità di pagare, creando meno disperazione specie e soprattutto nelle attività produttive, quelle che più di tutti soffrono  una crisi inesorabile.   

Tagliare le spese folli si può, iniziando dall’eliminazione delle  consulenze esterne del sindaco.

Diminuzione dei contratti  dell’area amministrativa e tecnica, spesso dati a persone di altri paesi.

 Spendere i soldi pubblici con più coscienza perché è assurdo pagare 9 mila euro per quindici giorni per due cani bagnino, quando oggi un operaio per guadagnare 9 mila euro deve lavorare un anno.

12.000 € dati ad una tv locale per riprendere notti bianche, rosa, verdi o bordeaux.

Siamo convinti che si può fare  uno scrupoloso risparmio verso i costi sulla raccolta differenziata che permetterebbe di abbatterli di quasi 200.000 €, con una TARI più leggera per i cittadini.  

Ci sono, ancora,  le eccessive spese legali spesso demandate ad avvocati esterni rispetto a quelli convenzionati con il Comune.

Si può risparmiare attraverso le convenzioni sulle strutture comunali gestite da associazioni e club sportivi in maniera tale che tutti i costi non siano a carico dell’Ente.

 Si può  risparmiare eliminando i contratti voucher che, oltre a costarci circa 140.000 € all’anno,  hanno il solo scopo di creare clientela a discapito delle famiglie svantaggiate.

Il disagio sociale va abbattuto e sostenuto non a discapito delle tasche dei cittadini ma attraverso un fondo di solidarietà che avevamo proposto di creare  con l’azzeramento delle indennità di sindaco, assessori e presidente del Consiglio.

Creare posti di lavoro mediante l’esproprio di aree PIP e la cessione gratuita a piccole e medie imprese che si impegnavano a contrattualizzare manodopera locale. 

 

 

Carissimi cittadini, “Roccella bene comune”, a distanza di un anno dalle elezioni amministrative, è presente a Roccella Jonica in maniera compatta e sempre più numerosa nella partecipazione, con i propri componenti protesi veramente al bene comune.

   Un anno fa abbiamo detto ai cittadini di conservare le proposte che abbiamo lanciato; noi continuiamo ad essere perseveranti sulle nostre idee di gestione oculata, partecipativa e soprattutto che miri ad investire sullo sviluppo e ad annullare il disagio sociale, perché crediamo fermamente al cambiamento.  

 

 

 

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