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11:33:00 - 16 APRILE 2015

OMICIDIO FRANCESCA BELLOCCO, SPUNTA UN TESTIMONE OCULARE: 'HO VISTO TUTTO'

OMICIDIO FRANCESCA BELLOCCO, SPUNTA UN TESTIMONE OCULARE: 'HO VISTO TUTTO' -

Non le è servito implorere perdono. Per Francesca Bellocco la morte sarebbe arrivata da chi, probabilmente, meno se lo aspettava. Ad ucciderla, ne sarebbero convinti gli inquirenti, sarebbe stato proprio il figlio maggiore Francesco Barone. C'è una regola ferrea, brutale, sconvolgente, che non ammette deroghe: la donna della cosca che tradisce il marito deve essere uccisa e a stabilirlo è la famiglia. Perché, è il messaggio sottinteso, l'onore della cosca è più importante di qualsiasi altro legame. Una regola che forse rappresenta il retroterra in cui è maturato l'omicidio di Francesca Bellocco. Il giovane, che all'epoca dei fatti aveva appena 21 anni, è stato arrestato ieri in esecuzione di un'ordinanza  di custodia cautelare in carcere  emessa dal Gip presso il tribunale di Reggio Calabria Antonino Laganà. Barone avrebbe commesso l'assasinio insieme con altri tre complici. Su di loro l'accusa di omicidio, occultamento di cadavere, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo, commessi con la finalità di agevolare la potente cosca Bellocco di Rosarno. Dettagli fondamentali quelli emersi, dettagli appresi grazie al fondamentale contributo dato alle indagini dal coraggio di un testimone oculare dei fatti accaduti quel 18 agosto 2013. A riferirlo è stato il Procuratore capo Federico Cafiero de Raho. Di lui non è stata resa nota l'identità per motivi di sicurezza. Si sa solo che è un vigile urbano che lavora in un comune vicino Rosarno, padre di famiglia adesso protetto in una località segreta. E' grazie alla sua denuncia che gli inquirenti hanno potuto chiudere il cerchio. Il testimone ha raccontato che quella mattina aveva udito dei rumori e pensando si trattasse dell'arrivo del muratore che stava attendendo si è avvicinato alla finestra assistendo all'arrivo di un commando di uomini armati di pistola e travisati da passamontagna, a bordo di una piccola utilitaria, ed aveva udito il grido disperato lanciato dalla donna “perdonatemi” nel vano tentativo di invocare la pietà ai killer. Dal garage, era poi uscito Barone Francesco alla guida di un'altra autovettura con seduto a fianco uno dei complici mentre gli altri lo scortavano a bordo della prima utilitaria, dileguandosi per le vie di Rosarno. Da quel momento non si ebbero più notizie di Francesca.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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