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12:43:00 - 23 APRILE 2015

Maria Carmela Lanzetta interviene sul caso Capocolonna

Maria Carmela Lanzetta interviene sul caso Capocolonna -

Abbiamo avuto notizia  che la dott.ssa Simonetta Bonomi, già Soprintendente ai Beni Archeologici di Reggio Calabria, ha dichiarato che la spianata di cemento che è stata realizzata  per coprire il piazzale  antistante il Santuario della Madonna di Capocolonna verrà completamente tolta dopo la bellissima e importante festa che si terrà a maggio. Rappresentata come un “metodo” per salvaguardare i reperti archeologici, è stata contestata giustamente dalle  associazioni “Vitalba” e “Settesoli”, dai cittadini di Crotone, dai rappresentanti calabresi del M5S e dalla sottoscritta che, in qualità di Ministro per gli Affari Regionali, ma anche da cittadina che si è sempre occupata di Beni Culturali, ha manifestato una forte e decisa  contrarietà alla soluzione adottata.

Siamo già, purtroppo, una  Regione cemento-dipendente, con 3-4  milioni di mc spalmati  sul territorio oltre le effettive necessità abitative. Accettare che   il cemento debba essere una soluzione da adottare anche per la salvaguardia dei Beni Archeologici è inaccettabile, considerato che, come hanno anche affermato gli Ispettori del Ministero Beni Culturali, ci sono possibilità alternative alla cementificazione.

Siamo sempre stati d’accordo con quanto ha sempre affermato il prof Settis: il Paesaggio e i Beni Culturali non vanno solo considerati “prodotti“ turistico-economici, ma Beni << partecipi alla cosciente elaborazione di una strategia sociale destinata a formare e rafforzare l’identità culturale, i legami di solidarietà, il senso di appartenenza che sono condizioni necessarie di ogni società strutturata…>>.

 

Se da una parte la vicenda di  Capocolonna non è stata edificante, sia  per come è stata affrontata da parte delle Istituzioni, sia perché avremmo voluto vedere e sentire una presa di posizione più chiara  da parte della politica calabrese e degli intellettuali non conformi alle decisioni univoche di tipo   politico-archeologiche; dall’altra, riconoscere che è stato commesso un errore di valutazione da parte degli Enti preposti,  rappresenta un punto di partenza  positivo per un nuovo modo di affrontare la questione dei beni culturali, in quanto è stato dimostrato che il confronto fra cittadini, associazioni  e istituzioni, può dare risultati costruttivi  quando  si accetta il confronto senza paraocchi culturali e/o partitico-politici, in particolar modo prima che le soluzioni di salvaguardia o di  altro genere vengano realizzate.

E soprattutto, affinché ciò avvenga è necessario, come afferma ancora Settis, che i cittadini si rendano conto che «Il degrado di cui stiamo parlando…è una forma di declino complessivo delle regole del vivere comune, reso possibile da indifferenza, leggi contraddittorie - aggirate con disinvoltura -malcostume diffuso e monetizzazione di ogni valore>>.

 

Maria C. Lanzetta

Direzione Nazionale PD

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