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12:27:00 - 14 MAGGIO 2015

DURO COLPO AI CLAN DEL LAMENTINO, IN MANETTE 36 PERSONE

DURO COLPO AI CLAN DEL LAMENTINO, IN MANETTE 36 PERSONE -

Un duro colpo è stato inferto stamane alle cosche Iannazzo e Cannizzaro Daponte, operanti nel territorio di Lamezia. La squadra mobile di Catanzaro ha, infatti, arrestato 36 tra presunti capi e affiliati. L'indagine, coordinata dalla Dda, ha permesso di definire gli equilibri e le dinamiche criminali dell'entroterra lametino. Tra le decine di misure cautelari, per i reati di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, danneggiamento e detenzione illegale di armi ed esplosivo, ci sono anche alcuni dei presunti responsabili di due omicidi e di un tentato omicidio commessi nell'ambito della guerra di mafia che ha insanguinato Lamezia Terme negli ultimi anni. In particolare, le indagini della squadra mobile di Catanzaro che hanno portato all'operazione "Andromeda", hanno permesso di fare chiarezza sugli omicidi di Antonio Torcasio, ucciso il 23 maggio 2003 quando era ritenuto il reggente dell'omonima cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri, e di Vincenzo Torcasio e del ferimento di Vincenzo Curcio avvenuti a Falerna il 27 luglio 2003. Il delitto di Antonio Torcasio suscitò particolare clamore in quanto compiuto nelle vicinanze del Commissariato di Polizia di Lamezia dove la vittima si stava recando. Quello di Vincenzo Torcasio, invece, fu portato a termine davanti ad una paninoteca, alla presenza di numerosi avventori. Entrambi i delitti, secondo le indagini della squadra mobile, si inquadravano in una strategia criminale volta a mantenere, da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, il controllo esclusivo del territorio anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri anch'essa attiva soprattutto nel campo delle estorsioni. Le indagini hanno permesso di accertare la responsabilità degli indagati in merito a numerosi episodi estorsivi a carico di imprenditori. In particolare è stato accertato l'accordo, formalizzato attraverso veri e propri "summit mafiosi", tra la cosca Iannazzo e quella Giampà per la spartizione dei proventi del racket, secondo un collaudato sistema operativo.  A finire in manette anche un noto imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare, Franco Perri, figlio del proprietario del centro commerciale "I 2 mari" Antonio, ucciso nel suo ufficio il 10 marzo 2003.  Dalle indagini sarebbe emerso lo stretto collegamento dell'imprenditore con la cosca Iannazzo alla quale non avrebbe esitato a chiedere la gambizzazione di suo fratello Marcello per motivi di carattere economico. Gli investigatori della squadra mobile, riscontrando le dichiarazioni di più collaboratori di giustizia, avrebbero anche ricostruito la vicenda che aveva portato alla sottrazione della bara dell'imprenditore Antonio Perri da elementi della cosca Torcasio, e le vicende connesse con riunioni di 'ndrangheta che avevano coinvolto anche 'ndrine della provincia di Reggio Calabria intervenute per mediare la guerra di mafia che si stava scatenando tra i gruppi contrapposti degli Iannazzo con i Torcasio-Gualtieri.  Le indagini hanno permesso, inoltre, di ricostruire l'organigramma della cosca Iannazzo individuando anche le alleanze costituite nel corso degli anni con le cosche Giampà e Cannizzaro-Daponte. All'operazione "Andromeda", hanno partecipato circa 400 uomini in varie.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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