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11:49:00 - 16 MAGGIO 2015

RIACE: E' MORTO DOMENICO TRIMBOLI

RIACE: E' MORTO DOMENICO TRIMBOLI -

Trimboli Domenico nasce a Riace (RC) il 5 agosto 1950. 
Emigra a Santena, all'epoca cittadina rurale, agli inizi degli anni 50 con papà Ugo, mamma Maria e il fratellino Giuseppe. La nuova vita, sin da subito, si presenta austera, difficile; Domenico e Giuseppe sono i primi NON santenesi, di origini meridionali, a frequentare le scuole primarie. Nonostante siano derisi, scherniti, a volte oltraggiati, superano con successo i vari stadi scolastici. Oltre al difficile inserimento sociale, dovranno ben presto fare i conti con i rigidi e nebbiosi inverni piemontesi che li attendono. Domenico non si scoraggia e come prima reazione, su invito del Parroco, partecipa alla S. Messa domenicale facendo il chierichetto in una Chiesa a lui "estranea". A dieci anni, con il fratellino, per aiutare la famiglia, si offrono di custodire nei pascoli una piccola mandria di mucche; questo per pochi, pochissimi ma importanti, centesimi al giorno. Negli anni a venire Domenico frequenta di sera un corso professionale di elettrotecnico, mentre di giorno - grazie ad un bravo elettricista piemontese che lo assume - riesce a portare a casa le prime 10.000 lire al mese e con il primo salario, nel 1964, regala a mamma Maria la prima lavatrice. Nello stesso anno, con sua grande gioia, nascono il fratellino Tonino e la Festa dei Santi Medici Cosma e Damiano, alla quale partecipa fervorosamente fino alla fine dei suoi giorni. Il boom economico industriale a Torino è alle porte e Domenico viene assunto alla Stars, grande fabbrica legata all'indotto FIAT. Nel 1970 viene chiamato a svolgere il servizio di leva negli Alpini: dopo il CAR a Cuneo, viene trasferito ad Aosta e, sulla paterna insistenza del suo Comandante, frequenta la "Scuola Allievi Sottufficiali" che gli permetterà di congedarsi dopo 15 mesi con i gradi di sergente. Ricordava con un sorriso di essere stato l'unico "terron" di tutto il suo corso. 
Tornato alla vita civile nel 1975, sposa la sua amata Sara, di origini sorrentine, con la quale avrà due figli: Ugo e Margherita. Agli inizi degli anni 80 si affaccia sul mondo della politica che lo porterà, negli anni a seguire, a ricoprire in più mandati l'incarico di assessore alle politiche sociali occupandosi prevalentemente di giovani, disagiati e anziani. Per il suo impegno e il suo carattere altruista, gli verrà assegnata la presidenza della "Casa di cura Forchino", missione quinquennale che concluderà, ancora una volta, facendosi onore. Negli ultimi anni ricopre l'incarico istituzionale di vice sindaco: è per lui forse il più alto riconoscimento che la città di Santena - non più rurale come lui la conobbe - gli riserva, proprio per la sua condotta morale ineccepibile, per la sua onestà, per le sue doti umanitarie e per il suo saper donarsi. Uomo semplice, leale e discreto ha saputo, con il suo esempio, onorare le sue origini Riacesi e la sua cara Santena. Incamminandosi sui sentieri di Dio, dopo aver lottato tenacemente contro la malattia, ci lascia una preziosa eredità spirituale e umana. Venerdì 8 maggio 2015 è stata allestita la camera ardente presso la sala consigliare "Visconti Venosta" e alle sua esequie erano presenti, oltre ai gonfaloni della Città e delle associazioni santenesi, le autorità civili e il Picchetto d'onore degli Alpini. 

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