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12:55:00 - 21 MAGGIO 2015

ISTAT, 'L' ITALIA' CRESCE MA IL SUD NO. ALLEVA: SE NON SI ALLINEA PENALIZZA LA CRESCITA DI TUTTO IL PAESE

ISTAT, 'L' ITALIA' CRESCE MA IL SUD NO. ALLEVA: SE NON SI ALLINEA PENALIZZA LA CRESCITA DI TUTTO IL PAESE -

La ripresa c’ è, ma non al sud. Un’ Italia divisa, quella che emerge nel rapporto Istat presentato ieri a Montecitorio che segnala dati di ripresa economica per il paese, ma le criticità più importanti riguarderebbero ancora l’occupazione e le opportunità nel Sud Italia.

Il  Sud è un problema molto grande- ha detto il Ministro dell’ economia Pier Carlo Padoan -  abbiamo verificato che a prescindere dalle analisi basate su partizioni amministrative emerge, comunque, un grande divario’. Un divario che si va allargando- dice il ministro- e abbiamo sottolineato l’importanza di adottare  politiche che ripristinino condizioni di fiducia tra i cittadini e le imprese e le colleghi all’ amministrazione.

Un paese che fatica ad uscire dalla crisi con un aumento dello 0,3% del Pil e, sempre nel 2014 con uno  0,4% in più degli occupati:  88 mila in più nella fascia adulta. Una crescita che interesserebbe solo il nord e il centro del paese, lasciando il sud a combattere con mezzo milione di occupati in meno dall’ inizio della crisi.

Il Mezzogiorno è da molti anni assente dalle priorità di policy- dice il presidente dell’ Istat, Giorgio Alleva - la dimensione del problema è tale- dice- se non sarà recuperato e adattato alla dimensione di crescita e di sviluppo su cui si sta avviando il resto del Paese, ne penalizzerà il livello rispetto agli altri Paesi'. Considerato ‘territorio del disagio’ con Calabria, Campania e Basilicata in testa, il divario tra Nord e Sud continuerà a crescere: interi territori si stanno spopolando, con fascia di popolazione anziana e un mercato del lavoro oramai morente. Un’ ormai consolidata condizione di divario legata alle carenze di servizi, disagio economico, disuguaglianze sociali e l’ annosa questione dell’ immigrazione.

LA MAGLIA NERA CONTINUA AD ESSERE L’ OCCUPAZIONE:  Sicilia, Calabria e Campania in testa e a preoccupare maggiormente è il tasso sull’aumento degli omicidi: in 5 anni, dal 2009 al 2013, nonostante il numero di reati volontari sia diminuito del 14,3%  in Calabria i dati continuano ad essere allarmanti: valori sopra la media nazionale con più di 2 omicidi per 100 mila abitanti.

E se da una parte i dati lascerebbero ben poco spazio all’ ottimismo, dall’ altra esiste un Meridione carico di potenziale. Quello che l’ Istat definisce l’ ‘altro Sud’ con un miglior indice di ricambio della popolazione attiva: in Sardegna,  nelle province meridionali della Puglia nelle località marine delle due coste della provincia di Catanzaro e Sicilia gli indicatori del mercato del lavoro, seppur sottotono rispetto alla media nazionale, soprattutto sul tasto dell’ occupazione appaiono con parametri migliori rispetto al resto del Mezzogiorno.

Piera Galluzzo

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