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11:46:00 - 05 GIUGNO 2015

ROSARNO: OPERAZIONE CONFINE, TUTTI I DETTAGLI SUI 7 ARRESTI PER CAPORALATO

ROSARNO: OPERAZIONE CONFINE, TUTTI I DETTAGLI SUI 7 ARRESTI PER CAPORALATO -

Lavoratori sfruttati, mal pagati e costretti a operare senza dignità e in assenza delle basilari condizioni previste dalla legge da persone senza scrupoli. I carabinieri, stamane, a Rosarno hanno permesso di porre fine ad uno dei tanto diffusi casi di 'Caporalato' della Piana di Gioia Tauro. Sono, infatti, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro le sette persone finite oggi nel mirino dell'operazione denominata "Confine". I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, nelle sue articolazioni territoriali quali la Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e della Compagnia Speciale del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a sette ordinanze di custodia cautelare personali nel regime degli arresti domiciliari. L'operazione ha avuto avvio nel mese di novembre 2013, con l'obiettivo principale di perseguire la condotta delittuosa del famigerato "Caporalato". I soggetti destinatari della misura cautelare sono: Madaffari Davide cl.'74 di Rosarno; Madaffari Alessandro cl.'78 di Rosarno;  Di Bartolo Salvatore cl.'75 di Rosarno;    Ravalli Giuseppe cl.'89 di Rosarno; Consiglio Vincenzo cl.'72 di Rosarno; Keita Mohammed cl.'85 del Mali; Kuvez Filip cl.'79 della Bulgaria, I Carabinieri di Gioia Tauro, sotto la costante direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi hanno svolto molteplici servizi, effettuati in condizioni spesso proibitive, sul territorio della Piana di Gioia Tauro, con lo scopo di documentare le attività di sfruttamento del fenomeno del 'Caporalato', dell’immigrazione clandestina e dell'agevolazione e sfruttamento del lavoro extracomunitario clandestino. La  somma trattenuta dal cosiddetto Caporale a titolo di compenso, alle volte, stando a quanto accertato superava addirittura il 50% della paga giornalmente percepita dai prestatori d'opera.  A dir poco, massacranti gli orari condotti per una paga che si aggirava a poco meno di 0,50 centesimi a cassetta. Le indagini esperite hanno consentito di far luce su quella che è la realtà ancora in atto nel territorio della Piana di Gioia Tauro nonché sulle condizioni in cui versano i poveri . La complessità delle indagini ha permesso di dimostrare come accanto allo sfruttamento di extracomunitari di origine nordafricana, vi è quello dei soggetti dei paesi comunitari soprattutto dell'Est Europa. I provvedimenti di sequestro preventivo  hanno riguardato beni di natura immobile, tra cui la società denominata "APO Calabria Società Cooperativa agricola a r.l." nonché mobili, come i mezzi adoperati per il trasporto degli extracomunitari sui terreni, per un valore complessivo di circa 1 milione di Euro.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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