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09:11:00 - 15 GIUGNO 2015

Gioiosa J.: Che vergogna! Sospesa la borsa di studio all'universitario Andrea Macrì, figlio di un emigrante calabrese

Gioiosa J.: Che vergogna! Sospesa la borsa di studio all'universitario Andrea Macrì, figlio di un emigrante calabrese -


UNA VERGOGNA! Sospesa la borsa di studio all’universitario Andrea Macrì, figlio di un emigrante calabrese di Gioiosa Jonica . Macrì e’ lo studente sopravvissuto al crollo del liceo Darwin di Torino del 2008,dove perse la vita il suo compagno di banco di 17 anni.Lui rimase gravemente ferito nel crollo del controsoffitto .In coma per diversi mesi.. Diventato atleta paralimpico ,ha ottenuto importanti successi a livello mondiale . Mentre dava all’Italia medaglie d’oro , c’è stato chi – senza nemmeno avvisarlo- gli ha sospeso la borsa di studio. Del caso se ne è occupato anche il Tg1 delle 20 di domenica 14 giugno 2015.Vediamo il servizio

http://www.rai.tv/…/ContentItem-61a6fd2d-94cb-46ac-9fb1-f3f…

Questa è l’intervista che feci lo scorso anno ad Andrea Macrì
Lo sport per battere l’handicap .La forza del coraggio e le radici calabresi per la rinascita. Voglia di vivere la normalità. Andrea Macrì, figlio di un emigrato di Gioiosa Jonica, è vivo per miracolo .Nel crollo del controsoffitto del liceo di Rivoli,avvenuto nel novembre del 2008,ha subito gravi lesioni alla spina dorsale. L’amico Vito Scafidi ,di 17 anni, che era vicino a lui, è morto .La tragedia provocata da un tubo di ghisa che si è abbattuto sui due ragazzi . Sotto accusa la “distratta” manutenzione degli edifici scolastici. Una “emergenza” per troppo tempo sottovalutata.Per Renzi è fortunatamente diventata una priorità del governo . Segnali di svolta dal giovane premier. Mentre un ragazzo vittima degli edifici –killer ,cerca e trova motivi per trasformare la disabilità in abilità sportiva. Entusiasta ,Andrea ci parla dei prossimi impegni: “Si riparte a settembre, quando cominceranno le qualificazioni per Rio 2016 con la scherma e la preparazione ad un importante campionato del mondo con l’hockey. Ci sarà tanto da lavorare ma credo di essere pronto, soprattutto con la mente”. E’ un esempio di positività .La vita contro la morte: “Ho avuto una eccezionale forza di reazione, è vero, ma la maggior parte di questa mi è stata trasmessa dalle persone che mi sono state vicine in quel periodo, la mia famiglia innanzitutto. Senza queste persone sarebbe stato davvero difficile “rialzarsi” in un momento così buio della mia vita”.
Il tragico crollo di Rivoli aveva riproposto per l’ennesima volta la questione degli edifici scolastici a rischio .Polemiche , inchieste e processi .” I processi ci sono stati e anche le condanne, ma purtroppo sappiamo che la giustizia non è un punto forte del nostro paese e alcuni dubbi sono purtroppo rimasti. Grazie alla costante lotta che portano avanti ogni giorno i genitori di Vito sono sicuro che prima o poi tutto verrà chiarito, e che pagherà chi deve davvero pagare” .
Andrea è stato interrogato come testimone .In aula sulla sedia a rotelle. Rievocare davanti ai giudici quella maledetta mattina gli è costato tanto. “Affrontare i ricordi è stato difficile, ma fin dall’inizio mi ero ormai reso conto che la mia vita sarebbe cambiata e che quei ricordi, per quanto tragici, mi tenevano legato al passato e soprattutto a Vito.Non potevo e non volevo separarmi da ciò, e sforzandomi ho semplicemente imparato a conviverci. Ho saputo della morte di Vito al risveglio dal coma farmacologico a cui ero stato sottoposto per le operazioni chirurgiche che ho dovuto affrontare. E’ stato mio fratello a dovermi dare la triste notizia .Terribile”.
Determinato .Non ha trascurato gli studi, nonostante le difficoltà legate alle conseguenze delle gravissime ferite subite: “In seguito all’incidente ho concluso l’anno scolastico in ospedale insieme ai miei insegnanti con i quali era stato creato un progetto ad hoc di scuola ospedaliera .Dopo la dimissione dall’unità spinale sono rientrato nella stessa scuola per concludere l’ultimo anno di liceo “.
Andrea ,le radici calabresi quanto ti hanno aiutato?
“Lo ripeto:la famiglia è stata la cosa più importante di quel periodo.Grazie al loro affetto e alla loro vicinanza ho avuto un’enorme marcia in più per affrontare quel percorso di risalita che oggi mi ha portato fin qui . Al mio risveglio mi sono ritrovato anche i miei zii e le mie zie che dalla Calabria avevano preso il primo treno per starmi vicino e per aiutare me e la mia famiglia in quel periodo .A loro va un grazie davvero speciale perché mi hanno fatto capire di quanto sia forte il legame della nostra famiglia, nonostante la notevole distanza geografica che ci separa”.
Ci ricorda quei terribili giorni lo zio Antonio, che nel luglio del 1961 è emigrato da Gioiosa Jonica a Torino con i genitori , con il fratello Vincenzo ,papà di Andrea , e le due sorelle. “ Avrebbe potuto perdere funzioni vitali. Eravamo preoccupatissimi .Il tubo di ghisa piombato dal soffitto ha colpito alla testa Vito, uccidendolo .Lui era seduto , mentre Andrea era in piedi e il tubo gli ha provocato lesioni gravissime alla colonna vertebrale. Nelle notti in cui mi avvicendavo con gli altri parenti ,piangevo e pregavo, non potevo accettare che un ragazzo di 17 anni potesse continuare la propria vita in quelle condizioni….Adesso Andrea è in piedi . Non ha mai perso la voglia di sorridere….e poi diventare campione europeo di sledge hockey e vice campione del mondo di fioretto per disabili….e tutto questo con un pensiero costante verso Vito Scafidi, il suo amico che ora non c’e’ piu’ “.
Andrea si è ripreso praticando lo sport come terapia .La ripartenza con tanti sacrifici e l’ottimismo della volontà. “ E’ andata proprio così,rinato con lo sport”, ci conferma. E spiega:”Durante il mio percorso riabilitativo ho conosciuto lo sport Paralimpico: tra le numerose attività che l’unità spinale poteva offrire ai suoi pazienti vi era anche la sport terapia. Grazie a questo progetto sono entrato in contatto con quello che poi si sarebbe trasformato in qualcosa di fondamentale per la mia vita: la scherma e l’hockey. Mi sono appassionato immediatamente a queste due discipline anche grazie alle persone che me le hanno fatte scoprire, perché sono riuscite a trasmettermi quella passione che contraddistingue da sempre un atleta agonista da un atleta amatoriale”.
Allenamenti intensi. Tanto sudore. Fatica ripagata dagli ottimi risultati . La prime grandi gioie quali sono state?
“Innanzitutto la medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di scherma nel 2011 che ha regalato a me e ai miei compagni di squadra la qualificazione per la Paralimpiade di Londra 2012. E poi come si può dimenticare la medaglia d’oro al Campionato Europeo nello stesso anno? Questa volta non nella scherma ma nell’ hockey. La prima medaglia importante per una squadra della quale non sarei più riuscito a farne a meno”.
Quando alle Paralimpiadi invernali di Sochi ha aperto le marcature degli azzurri contro la Corea,il suo pensiero è andato all’amico. Un bel gesto ed una commovente riflessione:”Sì,ho dedicato il gol a Vito . Qualunque cosa mi succeda è cominciata quel giorno che l’ha portato via. Si merita sorrisi, gioia e anche qualche bel gol”.
In questi anni,tanti successi hanno premiato la tua caparbietà . Hai avuto qualche amarezza?
“ Ho avuto tante gioie,sì, ma anche tante delusioni (sportivamente parlando) ma questa è tutta esperienza.Dalle gioie e dai dolori si impara ad affrontare differenti aspetti e differenti situazioni che la vita a volte ci riserva.Sono giovane e sono sicuro che la mia carriera sportiva è solo all’inizio .Grazie anche alle esperienze negative mi impegnerò ancora di più , per riuscire soprattutto a far sì che alcune non si ripetano più”.
Tempo di vacanze . Dove le trascorrerai ?
“Sì, è tempo di vacanza, finalmente. Quest’estate riuscirò ad esaudire un mio grosso desiderio: visitare gli Stati Uniti. Affronterò questo viaggio con un mio grande amico nonché compagno della nazionale di scherma. Al ritorno in Italia, subito in Calabria, a Gioiosa Jonica ! Non vedo l’ora di riabbracciare tutti quanti e di godermi un po’ della mia terra che tanto amo e che porto sempre nel cuore”.
Cosa apprezzi di più della regione da dove sono partiti i tuoi nonni , i tuoi zii e tuo padre ?
“ La Calabria è una regione difficile, che ha bisogno di essere vissuta prima di poterla giudicare. Ci sono aspetti di questa terra che molti non sanno e che vengono tralasciati per dar spazio solo alle notizie riguardanti la mafia e la delinquenza. La mia terra non è solo questo.La mia terra è sole, mare, montagna, sorrisi, amore e tanto tanto tanto buon cibo!”
Domenico Logozzo

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