Domenica di riposo per il neo sindaco di Siderno Pietro Fuda alle prese ancora con la questione relativa alla composizione della giunta comunale. Dopo l’incontro di sabato mattina con l’assessore regionale Nino DeGaetano, sembrebbe che le distanze tra il neo Sindaco ed il partito democratico si siano accorciate. Era inevitabile che ciò accadesse visto che entrambi hanno bisogno della reciproca collaborazione per poter uscire dalla “trappola” in cui si sono infilati. Il partito democratico è stato il secondo partito più votato alle recenti elezioni amministrative e sembra irremovibile nella sua decisione di “pretendere” sia la presidenza del consiglio comunale che altri due assessorati. Fuda , invece, dal canto suo non vuole sentir ragioni e rilancia con l’offerta al Pd della carica di vicesindaco ed una sola delega assessorile. Sembra inspiegabile, a nostro avviso, almeno sul piano politico, la decisione di Pietro Fuda di voler assegnare a tutti i costi ben due assessorati alla lista Fattore Comune. L’ipotesi di un forte condizionamento operato sul Primo cittadino ad opera del leader di quella lista ossia Mimmo Panetta, non sembra molto peregrina. Restano ferme le decisioni di attribuire un seggio a testa al Centro Democratico (la lista più votata) e Siderno Libera. Fuda, per dirimere l’intricata questione politica, si è preso tutti i 20 giorni di tempo che la legge gli concede prima di convocare obbligatoriamente la prima seduta del consiglio comunale dove, lo ricordiamo, dovrà essere eletto con votazione palese il presidente del consiglio comunale nonché presentata ufficialmente la nuova giunta comunale con le eventuali surroghe in consiglio. Sostanzialmente la politica cittadina continua a rimanere “ingessata” da lotte intestine ai partiti e da sterili personalismi senza contare poi che in questo preciso momento storico la città ha bisogno di riprendersi in mano le redini del suo futuro che, democraticamente, sono state affidate al “timoniere speciale”, Pietro Fuda. E se lo stesso Pietro Fuda, ci chiediamo, vista la situazione di stallo in atto esistente, dovesse decidere di mandare tutti a quel paese e decidesse di nominare solo assessori “esterni “ alla politica in base a criteri “meritocratici” affidando al consiglio comunale il compito di eleggere il suo presidente? In tal caso, ci domandiamo, cosa direbbero gli attuali contestatori ?
Antonio Tassone